Superbonus 110% – Cessione del credito

Lo Stato contro il Governo

Governo: D.L. n. 13/2022 – Sostanzialmente viene dato spazio a due ulteriori cessioni del credito oltre la prima.
Stato: Sul sito ufficiale di Poste Italiane si legge “Scopri la cessione del credito d’imposta a Poste Italiane. Il servizio è disponibile per Privati, Imprese e Liberi Professionisti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (c.d. prime cessioni)”.
Poste Italiane ha riattivato la piattaforma per l’acquisto dei crediti d’imposta che, come si legge sul sito, era stata sospesa “per adeguare le procedure di controllo, elaborazione, acquisizione delle pratiche, in funzione del susseguirsi di molteplici interventi legislativi in materia”.
Nel comunicato con cui ha annunciato la ripresa del servizio, Poste ha annunciato anche che dallo scorso 7 marzo valuta l’acquisto di crediti d’imposta – compreso il superbonus 110% – unicamente da quei soggetti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (prime cessioni). Questo significa che non verrà preso in esame alcun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura.
Riportiamo il commento dell’Onorevole Riccardo Fraccaro che, ci sembra, inquadri perfettamente la situazione:
“I nuovi limiti disposti da Poste Italiane escludono le seconde cessioni e limitano la possibilità di cedere il credito alle sole persone fisiche fino a un importo massimo di 150 mila euro. Non solo, Poste esclude i crediti maturati a fronte delle spese avvenute nel 2021 e le persone e le aziende che a marzo si sono viste rifiutare il credito, rimasto bloccato per mesi, non hanno più la possibilità di cederlo nemmeno ad altri istituti di credito poiché ormai prossimi alla scadenza del 7 aprile 2022”.
“La scelta di Poste che, voglio ricordare, è partecipata per il 29,3% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 35% da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), a sua volta controllata dal MEF, è inspiegabile – incalza il deputato del M5S – Siamo di fronte a un gravissimo paradosso: lo Stato attraverso le sue partecipate non partecipa, anzi ostacola il meccanismo del Superbonus rischiando di condannare al fallimento migliaia di imprese e fornitori che hanno creduto nelle istituzioni e che ora si ritrovano senza liquidità per terminare i lavori, con i creditori e dipendenti che bussano alle loro porte per riscuotere, con tasse da pagare, bollette di utenza esorbitanti e la concreta difficoltà di provvedere al sostentamento familiare. La situazione appare ancora più assurda in un momento come questo in cui il nostro Paese sta affrontando un’insostenibile impennata dei prezzi energetici e a maggior ragione, avrebbe bisogno di una vigorosa spinta all’efficientamento energetico”.
Il tutto si commenta da solo e, mentre cittadini e PMI con enormi sacrifici provano a sbrogliare le decine di nodi cuciti inspiegabilmente addosso al Superbonus, il Governo continua imperterrito ad annodare nuovamente.
Vogliamo lavorare, ma potremo farlo solo quando chi ci governa smetterà di rendere tutto così difficile.
Paradossale!